Bancatercas, ecco la stangata di Bankitalia sugli ex amministratori

TERAMO – Si fa sentire in queste ore, con la sanzioni ai vertici allora in carica, la seconda fase dell’intervento della Banca d’Italia sulla Tercas. Ammonta infatti a oltre un milione di euro la somma che, personalmente, i componenti degli organismi direttivi della banca a titolo di responsabilitá diretta dovranno pagare per avere gestito l’attivitá creditizia fino alla difficile situazione rilevata dall’autoritá di vigilanza e che ha provocato il commissariamento di un anno fa. In queste ore infatti, molti di loro stanno ricevendo le notifiche dei provvedimenti sanzionatori di Bankitalia. Secondo fonti vicine all’Istituto di Via Nazionale, tutti i componenti dell’allora consiglio di amministrazione, in carica dal maggio 2010 e fino alla fine del 2011, dovranno risarcire una somma di 90mila euro; cifre superiori sono previste per il presidente Lino Nisii, 190mila, e il vicepresidente Russo; 75mila euro per i componenti del collegio sindacale, 90mila per il presidente dell’organismo di controllo. I componenti del Cda còinvolti dal commissariamento erano: Lino Nisii (presidente), Mario Russo (vicepresidente), Luigi Marini, Giuseppe Cingoli, Antonio De Dominicis, Antonio Forlini, Guglielmo Marconi, Federica Morricone, Enzo Formisani, Roberto Carleo, Fabrizio Sorbi. La somma più consistente sarebbe però a carico di colui che ha costituito un pò il perno della discesa Tercas verso la reprimenda di Bankitalia: Antonio Di Matteo, direttore generale ‘dimissionato’ nel settembre 2011. Nei suoi confronti via Nazionale ha disposto una sanzione di 240mila euro, mentre al suo vice e direttore generale nell’interregno fino all’arrivo di Dario Pilla, la sanzione è di 90mila. I primi ad aver ricevuto le notifiche si starebbero giá organizzando per i ricorsi al Tar, e non mancano le polemiche sulla modulazione delle sanzioni: Bankitalia non ha fatto sconti o differenze tra le posizioni di chi ha gestito la banca per più mandati rispetto a chi ha rivestito ruoli nel Cda per pochi mesi, cosi come per chi era nel Cda sì ma non nel comitato esecutivo.